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Le mie letture

Il silenzio del lottatore di Rossella Milone

Non so se riuscirò a rendere l’idea che ho di questa scrittrice, brava come poche. Nel suo inchiostro nero seguo le tracce di autrici che ammiro tanto – Ortese, Ferrante –, non fa che confermare come letteratura che nasce in quella porzione di mare sia viva, in grado più di tutte di scalfire la superficie.

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Le mie letture

Dubliners 100 a cura di Thomas Morris e Mirko Zilahi de’ Gyurgyokai

Leggendo Dubliners 100, a cura di Mirko Zilahi de’ Gyurgyokai nell’edizione italiana per i tipi Minimum fax, mi è capitata questa cosa strana: ogni racconto ho immaginato che fosse ambientato ai primi del Novecento, pur sapendo di essere ai giorni nostri, sarà che aleggia la figura o il peso di James Joyce. Non avendo mai sfogliato Gente di Dublino, non so quanto questi racconti si avvicinino all’originale, ho una conoscenza dell’autore scarsissima, limitata a qualche nozione biografica. Ho tentato, ma davvero, di leggere Ulisse in quelle collane che il «Corriere della Sera» proponeva per l’estate. Non sono mai riuscita ad andare oltre le 10 pagine per la difficoltà di capire flussi di coscienza ed epifanie. Avevo 18 anni. Sono giustificata?
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A pesca nelle pozze più profonde di Paolo Cognetti

Paolo Cognetti è lo scrittore che mi ha fatto (ri)avvicinare ai racconti dopo aver letto I racconti di Pietroburgo di Gogol, uno dei miei libri preferiti di sempre. Non ritengo il genere inferiore al romanzo, solo che spesso ho bisogno di storie più dilatate per capire i punti interrogativi di una storia. Spesso non trovo le risposte. Un po’ come accade per i libri di poesia. Ritornando A pesca nelle pozze più profonde edito da Minimum fax, è il libro che non si può non leggere: maturo, mai banale e avvincente come un romanzo. Osp, racconto! L’ho ribadito più volte: Cognetti potrebbe anche dedicarsi ai trattati di medicina e sicuramente riuscirebbe brillantemente. È un talento naturale, la sua scrittura.