Ho festeggiato il Primo maggio visitando la mostra Ligabue e Vitaloni (Palazzo Tarasconi, Parma), cosa che non avrei fatto in durante questa ricorrenza che celebra il lavoro. Ho fatto un’eccezione, per la necessità di liberarsi dei lunghi mesi casalinghi e soprattutto dare respiro a chi non ha lavorato in questi mesi (ricordatevi di ciò, sono una paladina dei diritti sul e del lavoro).
Ligabue (vi consiglio anche il film di Giorgio Diritti, Volevo nascondermi) è stato il pretesto per riappropriarsi di un po’ di quotidianità, vita sociale e culturale.
Maggio si è dimostrato pazzo quanto marzo: la primavera l’ho trovata nei libri.
I libri
La lettura che ha accompagnato i primi giorni del mese è I giardini di Arid di Paul Biegel (La Nuova Frontiera Junior), colpisce già dalla copertina.
È una fiaba di rinascita e cura, in cui spicca una figura femminile. Quando Miasarai giunge a Arid, città di pietra, grigia e crepata, quasi arida di vita come indica il toponimo, è determinata a interrompere quel maleficio che la costringe a peregrinare, con il piccolo seme che porta in custodia, alla ricerca continua della primavera: nei giardini, ormai estinti, può far rifiorire il suo passato spensierato.
Il tempo si è fermato e gli abitanti, timorosi, impazziti, ne ricordano i fasti nei racconti, come fossero scatole cinesi.
Ma questo 21 marzo qualcosa può cambiare.
È sempre piacevole ritornare a casa di Mario Rigoni Stern. Questa volta con Uomini, boschi e api (Einaudi). Ho una vecchia edizione dei Nuovi Coralli, acquistata a un mercatino e che sostava in libreria da molto tempo. L’evocazione alle api mi ha aperto la porta.
Una parentesi: per ragioni editoriali a me oscure, ritrovo i racconti di Rigoni Stern spalmati in più raccolte (Aspettando l’alba, Il libro degli animali, etc…), tanto da non capire più cosa mi manca da leggere di suo.
Gli uomini ci sono con le loro storie di guerra, sopravvivenza e prigionia, ma anche con la quotidianità e i lavori duri, le cose perdute. La montagna è una scuola naturale: imparare è un verbo che, nella narrazione dell’autore veneto, assume il senso dell’umiltà e dell’adattamento, del riconoscimento alla sapienza secolare di chi l’ha preceduto, ma significa inoltre ascoltare la Vita che lo circonda, segreta e pulsante, e che corrisponde alle vette di Asiago.
E poi i boschi, i sentieri più nascosti e i luoghi legati alla vita degli uomini, le api tracciano confini naturali, i suoni e le metamorfosi stagionali, tuttavia succubi della sconsideratezza umana. Rigoni Stern più volte solleva la questione ambientale, sulla salvaguardia, tanto che ripercorre
«Racconterò di oggi, decisi, di una giornata tra la gente dei monti.»
Le sedie sono 429, di tre tipologie – formica, poltroncine nere di plastica, divanetti di gomma piuma – delle sale d’attesa. Secondo Jules Renard in un’ipotetica casa della felicità, tale sala sarebbe la più grande delle stanze. Quanta vita ci passa? Così Ester Armanino si mette a Contare le sedie e (rac)conta anche sé stessa.
Procede per quadri che trasferiscono i tanti ritratti di una donna che si muove tra realizzazioni, un’immensa perdita, abitazioni altrui, ricordi, sussurri, desideri. Il frammento è la misura che meglio si addice a questa scrittura (in molti passaggi si fa largo il correlativo oggettivo, evidente in Storia naturale di una famiglia, sempre Einaudi), proiettandosi verso una totalità che si chiama felicità. O in attesa di un Tempo di miracoli. Il brano che, nella struggente devozione “religiosa”, mi ha conquistata.
Una bambina colleziona santini dalle qualità straordinarie per meritarsi tale assunzione, li perde durante il trasloco, un grande cruccio. Accanto a questo elenco si dispiega un’Ischia blu, le luminarie per Santa Restituita, un compleanno da festeggiare:
«Desideravo un miracolo solo nostro, qualcosa di modesto e poco scenico ma destinato a noi due.»
Sabina Radeva rende accessibile, attraverso il racconto e i colori, L’origine della specie di Charles Darwin (Mondadori Ragazzi). Ha alle spalle una carriera scientifica che ha abbandonato per dedicarsi all’illustrazione.
In poche pagine ha sintetizzato gli studi di Darwin sull’evoluzione, i suoi studi e il mitico viaggio alle Galapagos, che ha dato consistenza alle sue teorie.
È un albo che rientra a pieno titolo nella sezione divulgazione dedicata ai ragazzi. Pennellate, morbide, e i concetti brevi e efficaci introducono la figura dello scienziato inglese e lo spirito di osservazione che ci ha permesso di conoscere la storia terrestre sia mobile e non legata a eventi divini.
Andare per orti botanici di Alessandra Viola e Manlio Speciale, fa parte della collana del Mulino, Ritrovare l’Italia, di cui ho già letto Andare per rifugi. Gli orti botanici sono un argomento che mi interessa molto, luoghi che spesso metto in conto di visitare quando raggiungo una città.
Il libro è un viaggio tutto italiano, da nord a sud, li racconta come pezzi d’arte, cultura se si pensa a quanta sapienza contengono, non solo scientifica, anche perché spesso riflettono i tempi di progettazione e di successive ristrutturazioni. Non manca di registrare le incurie che le fondazioni, le amministrazioni e le università hanno peccato negli anni e secoli.
Quindi, le pagine si riempiono di personaggi illustri, aneddoti, curiosità, e soprattutto le piante – esotiche, mediterranee, bizzarre – collezioni vere e proprie che hanno precorso gli studi botanici, perseguito gli interessi dei direttori.
È una guida da portare nello zaino, per ricordarsi che esistono polmoni verdi all’interno delle città, musei che mutano con le stagioni.
Le curiosità
Mappiato: mappa dei luoghi citati da Franco Battiato nelle sue canzoni
Dialoghi con Leucò in podcast
Eco-logica
Tempo di picnic, è rigorosamente bandita la plastica:
piatti in bambù e posate che usate abitualmente (se proprio si vuole fare uno strappo alla regola ovviare per il biodegradabile; il cibo prepariamolo a casa, con ingredienti di stagioni e genuini, conservato in contenitori che abbia già (evitiamo di acquistarlo già pronto) e se si è in gruppo, ci si può dividere le portate; l’acqua nelle borracce termiche che fresca più a lungo; tovaglioli di stoffa e coperta anche datata. E soprattutto ricicliamo i rifiuti, non abbandoniamoli sui prati. Rispettiamo la natura.
La canzone
Lord it’s a feeling di London Grammar (2021)
Il film
Martin Eden di Pietro Marcello (2020)