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Le mie letture

Playlist di agosto, due film

Non so spiegarmi l’ossessione per due film, La piscina di Jacques Deray e Il disprezzo di Jean-Luc Godard, quest’ultimo è tratto dall’omonima novella di Alberto Moravia e a sua volta basata su un episodio accaduto a Vitaliano Brancati.

In questo periodo ci penso spesso, nel senso che sono i primi film che mi vengono in mente.

Sono due entranbi francesi, con molti tratti in comune, pur con contesti e esiti diversi: l’estate mediterranea in primis, una villa che si affaccia sul mare, un rapporto di coppia che deflagra per la presenza di una terza persona.

La casa di Malaparte che appare nelle scene di Godard si apre su un Mediterraneo immenso, dai colori vividi. Poi qui, la cultura antica è richiamata da un improbabile adattamento all’Odissea, che serve anche a raccontare il cinema. L’altro, invece, è quasi tutto costruito all’interno dell’abitazione di una Saint-Tropez appena accennata. I primi piani sugli occhi azzurri e taglienti di Romy Schneider, statuaria nei suoi costumi nero e bianco. Credo che siano più i dettagli a suggestionarmi che le storie.

I libri

Una delle prime letture di agosto ha le medesime atmosfere e certi punti in comune con i film appena citati. Parlo di Bonjour tristesse di Françoise Sagan. L’ho letto volutamente nell’edizione di Rizzoli degli anni ’80 (adesso è nel catalogo di Tea) per la copertina, perché si staglia il profilo a pastelli di una donna bionda con il rossetto e una maglietta a righe. Queste vecchie edizioni, però, hanno il difetto di una traduzione letterale persino dei nomi dei protagonisti.

Detto ciò, è una storia impertinente, come la protagonista Cécile (mantengo il francese), che racconta di tradimenti e giochi di gelosia, nonché di crescita, in quel clima estivo, ovattato e snob della Costa Azzurra. Cécile è l’emblema della ragazza libera, che vive in una realtà menefreghista, spensierata, ma al culmine di questa vacanza capisce che l’incanto si è rotto.

Alla pubblicazione, il Vaticano ha messo all’indice il libro, è il 1954, contribuendo al suo successo. Nemmeno a dirlo è stato tratto un film.

A inizio mese, per dare slancio alla mia vita soporifera di lettrice, ho ripreso a leggere qualche fumetto, Quartieri (BeccoGiallo) e Sofia Kovalevskaja di Alice Milani (Coconino press). Il mio non è stato un blocco, ma piuttosto una sensazione di noia, che mi ha avvinta da inizio anno, con un calo costante dei ritmi di lettura. In qualche modo i fumetti mi aiutata a ritrovare un certo gusto, interesse. Non so quanto abbia risolto la situazione, monitorerò le prossime settimane.

Il sentimento del mare di Evangelina Santangelo (Einaudi), che mi ha lasciata qualche dubbio. Le prime pagine mi avevano prospettato erroneamente a un piccolo libro in qualche modo antropologico, fuori da ogni genere perché li poteva contenere tutti. È un libro che non è possibile catalogare, piuttosto autoreferenziale, che ingloba argomenti importanti come l’immigrazione, il cambiamento climatico, il lavoro, misurandoli in quel tratto di terra è la Sicilia occidentale. Tanti gli spunti letterari, riflessivi, che si aggrappano al mito, alla creatività, alla vita.

Non pretendevo di leggere un racconto positivo, significherebbe vivere fuori dalla realtà, ma non capito il nesso del titolo, la cui prospettiva è totalmente umana. È un giro di ricognizione sul debito personale e sull’incomprensione verso mare, come forza distruttrice di affetti e speranze.

La curiosità

Le emoji artiste del Museo del Prado

Ecologica

Lo scorso ottobre, quando sono tornata a casa dei miei, sono riuscita a recuperare dagli armadi di mia mamma un set di lenzuola di lino, che durante l’inverno ho usato tantissimo, perché il lino è grado di tenere una buona temperatura e non inumidirsi. In piccoli punti erano ingiallitie, ma con qualche lavaggio sono riuscita a mitigare i difetti, per il resto sono perfette, nonostante abbiano più di quarant’anni.

Ecco, per chi tornerà nelle case di origine il mio invito è di spulciare negli armadi, per recuperare coperte, lenzuola e persino tovaglie, dalle quali si possono ricavare borse o abiti. Sì, proprio le tovaglie ricamate sono un ottimo punto di partenza per progetti creativi, qualora si volesse destinarle a un uso differente da quello originale. Senza poi trascurare la fattura introvabile ai giorni nostri se non a prezzi molto alti, il ricordo personale, il bagaglio culturale di sapienza e esperienza.

Questo consiglio avrei dovuto darlo già a giugno ma me ne sono dimenticata.

Il film

La bella estate di Laura Lucchetti (2023)