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Le mie letture

Playlist di dicembre, mille fasi lunari

Non sono solita fare bilanci personali, soprattutto in questa sede, passo, racconto qualche briciola e vado.

Il 2024 mi ha cambiata. Lo metto nero su bianco per sigillare una svolta. Nella seconda parte dell’anno ho attraversato mille fasi di me, come mai era accaduto prima, frutto di una combinazione casuale o meno di eventi. Chi sono non lo so. E credo che non lo saprò mai, e va bene così.

Evolversi in nuove forme svela sempre qualcosa a sé stessi, forse meno agli altri che ci vorrebbero sempre fissi. Ma per quanto tempo possiamo aderire alle convinzioni altrui? Nessuno essere può considerarsi granitico, se non negli ideali.

In prossimità del solstizio d’inverno, per qualche mattina, poco prima dell’alba, ho osservato una luna piena e luminosa. Non mi sono identificata mai in questa metafora, sarebbe troppo approssimativo e spiccio. Ho però pensato che una fase fosse terminata per sempre.

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una citazione di Anaïs Nin: «Mi piacciono le mie trasformazioni. Guardo intorno tranquilla e coerente, ma pochi sanno quante donne ci sono in me».

Buon 2025

I libri

Ingvild Rishøi (trad. Maria Valeria D’Avino, Iperborea) confeziona una fiaba natalizia che di lieto ha ben poco: La porta delle stelle contiene tutto lo sguardo innocente e salvifico dell’infanzia.

«Appoggio la testa allo stipite della porta. E sogno, come mi ha insegnato lui. Nel mio sogno ha il maglione islandese e il suo sorriso immenso. E cammina nel bosco».

Per Ronja sognare è un rifugio. Immagina di trovare una baita nel bosco ovattato di neve e ripararsi dalle brutture della vita. Come la determinata protagonista del libro omonimo di Astrid Lindgren, racconta quel che riguarda la sua famiglia. Ha desideri semplici, quali un albero e dei regali. E così Ronja si muove tra l’onirico e una realtà drammatica fino a non percepire più il confine dell’uno e dell’altra.

In Quando ormai era tardi (trad. di Monica Pareschi, Einaudi) Claire Keegan perde decisamente tono fiabesco di Piccole cose da nulla e Un’estate, seppur entrambi narrano di questioni complicate. Qui la scrittura aderisce in modo sincopato alla realtà, ai rapporti uomo-donna e ne nasce un dialogo inquietante. L’autrice si muove su tre sentieri, tre storie, che lasciano solo amarezza.

Da dove si trovava, riusciva a vedere tutto: la piscina dalla profondità perfettamente regolare, gli scogli e il groviglio scuro di alghe sotto la superficie dell’acqua.

Claire Keegan scrive così.

Le curiosità

Le fasi lunari del 2025 in time lapse

Google arts and culture è un archivio interattivo di immagini di collezioni museali e di enti

I film

Nell’indecisione ne propongo due

Allegoria cittadina di Alice Rohrwacher e JR (2024)

L’orchestra stonata di Emmanuel Courcol (2024)