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Le mie letture

Playlist di febbraio, tentativi

Tentativo, cito la Treccani: «s. m. [der. di tentare], l’azione e il fatto di tentare, cioè quanto si prova, si sperimenta, si mette in atto per riuscire in un intento». 

L’intento nel mio caso è stato superare il blocco da maglia, andare oltre la semplice sciarpetta (io adoro le sciarpette), un passo in più nell’ignoto. Quel che sto per dire può riguardare qualsiasi altra sfida, nuova abitudine.

Per fare un cappello, che ancora non ho terminato, ho sfilato il lavoro tante volte, persino iniziare ha avuto le sue difficoltà, come se ogni volta dimenticassi tutto. In altre occasioni mi sarei arrabbiata, mi sarei sentita frustrata, adesso lo considero parte del processo. So già che non migliorerò molto, mi manca anche la capacità di leggere gli schemi (potrei imparare) e perché sono attratta più da altre cose. Tentare, però, di sperimentare altro non è male, soprattutto quando ci si misura con la creatività.

I libri

Una Francia sconosciuta sarà il teatro di prova per Georges Simenon (trad. di Maria Laura Vanorio, Adelphi), in veste di reporter, oggetto della sottocollana della Piccola biblioteca Adelphi. In questo caso l’autore francese scriverà per «Vu» il suo resoconto di viaggio. A 25 anni, in compagnia di moglie, domestica e cane, salpa sulla Ginette per i fiumi francesi. Ne viene fuori un racconto a tratti esilarante per inesperienza e singolarità. Gli articoli proposti sono sei, scritti in tempi successivi, che includono anche un elogio della navigazione.

Non nego che la scoperta della Francia attraverso i suoi corsi d’acqua (come se avessi attraversato in lungo e in largo il corpo del paese sulle sue vene e sulle sue arterie) me l’ha non solo rivelata nei suoi piccoli anfratti, ma a costituito una miniera di ambientazioni per i miei romanzi. […] Io le [figura n. r.] attribuivo una storia. E il romanzo si scriveva da sé.

D’istinto mi viene da dire che ho preferito Il Mediterraneo in barca e non perché la Francia fluviale non eserciti alcun fascino, anzi; questi racconti sono sbrigativi, destinati più al divertimento, concentrati sull’atto di navigare, che a far conoscere un altro volto del paese.

Ho ripreso il discorso interrotto con Annie Ernaux ripartendo da L’altra figlia (trad. di Lorenzo Flabbi, L’orma). L’autrice si rivolge alla sorella che non ha mai conosciuto, Ginette, la cui esistenza viene a galla inaspettatamente.

È una lettera dolorosa che fa i conti con un passato ignoto, i privilegi, la colpa, le mezze verità, i rancori e il senso della sua vita. Rivolgendosi a una sorella in tutto e per tutto immaginata, in qualche modo filtrata dai non detti dei genitori, l’autrice afferra un legame con percorso con chi non c’è più o non c’è mai stato e come abbia influenzato il suo percorso di scrittrice, del suo stare al mondo, di rapportarsi con la famiglia.

Leggere Ernaux è sempre una rivelazione, arriva sempre al centro della questione e ne amplifica i perimetri.

Chiudendo questo libro, una domenica di inizio febbraio, ricordo che sono sprofondata in un malessere molto forte, la storia si è mescolata alla mia.

Sono due letture che si esauriscono in un pomeriggio, alla fermata del bus, sul treno.

Le curiosità

Rifugi: una mappa di librerie e biblioteche come formazione e presidi antiviolenza. Un progetto della casa editrice Settenove

La chitarra di Lucio Corsi

Il film

Vermiglio di Maura Delpero (2024)