Se dovessi descrivere questo aprile con un termine direi sbadigli. Per me è un evento pari a uno straordinario, visto che non ho mai sofferto del cambio primaverile. Avrei voluto solo dormire, persino in mezzo alla strada. Uso il passato con la speranza che non perduri ancora. E io non sono una dormigliona.
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Di questo febbraio non ho nulla da raccontare, nulla. È scivolato senza sentimento, anzi ho vissuto molti subbugli interiori e spero solo che mi diano slancio, una nuova carica. In qualche modo, il mese prosegue l’agonia del precedente, scollandoti dalla realtà e continuando a vivere in un limbo nell’attesa di giorni luminosi, quel momento di frastornamento mattutino mentre si sorseggia il caffè.
E alla fine o all’inizio arriva gennaio. Secondo la mia percezione è eterno, trentuno giorni interminabili. Sarà perché dopo le feste natalizie non si avvistano altri appuntamenti, occasioni che fanno accelerare le ore, anzi è un mese che si comporta come la goccia d’acqua di un rubinetto difettoso.