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Fuori dai libri Le mie letture

I miei libri preferiti del 2015

Ho atteso di trasferirmi in questa nuova casa prima di parlarvi dei miei libri preferiti del 2015. È un modo per fare un primo bilancio del vecchio anno. Per me è una tradizione e non farlo sarebbe come procurarmi negativi interventi astrali.
Le classifiche mi divertono molto, stuzzicano la mia curiosità, rivelano i propri gusti che spesso non coincidono con quelli di altri lettori. In fine dei conti sono democratiche, sperando che non infiammino gli animi.
Dicevo, bilanci. Quanto ho letto? Cosa ho letto? Ho letto 86 libri e non me ne faccio un vanto − perché mai dovrei? −, qualcuno in più rispetto allo scorso anno dovute ai Piccolini. Non li ho recensiti tutti, di un paio ve ne parlerò più avanti. Il punto, però, che mi preme evidenziare è il numero di autrici ho sfogliato: circa 39, considerando le raccolte ed escludendo i libri della medesima scrittrice. Potrei fare meglio, per quanto riguarda la narrativa femminile, anche se non bado molto a questa netta linea di demarcazione, leggo perché sono interessata ad un determinato libro.
La mia non è una vera è propria classifica, ma un memoradum sulle letture che ho apprezzato durante gli ultimi 365 giorni, letture che vi consiglio a occhi chiusi. E forse svelo quale sia stato il mio libro preferito in assoluto. In ordine sparso:

  • Bestiario napoletano di Antonella Cilento (Laterza): una lettura densa, a metà tra il saggio, reportage, narrazione che vi farà scoprire una Napoli sotterranea di Storia e quotidianità. Perché il grande pregio di questo libro è quello di riportare a galla storie coraggiose in una galleria di ritratti dalle sembianze animalesche.
  • Animali domestici di Letizia Muratori (Adelphi): dopo il precedente Bestiario anche in questo caso si parla di animali in un racconto ricco di dettagli che si avvicina lentamente al cuore del discorso. Ci sono le fragilità, i ritorni, le delusioni, le illusioni ma soprattutto il vivere come un randagio, corollario di relazioni e intrecci di vite.
  • Lost in translation di Ella Frances Sanders (Marcos y Marcos): una curiosa e divertente raccolta di termini intraducibili che non trovano un corrispettivo univoco nelle lingue di traduzione ma si inglobano significati più ampi e ricchi. Un glossario illustrato di sentimenti, stranezze che ci porta a conoscere culture differenti.
  • La morte di Virginia di Leonard Woolf (Edizioni Lindau): splendido. Punto. L’argomento non è dei più entusiasmanti ma Leonard, il marito di Virginia, ha la rara capacità di scrittura. La sua penna è pacata prima del dramma più grande, la morte della sua amata moglie. Tutto ciò si condensa intorno al secondo conflitto mondiale e alla distruzione seminata in quegli anni. Leonard Woolf è un grande scrittore.
  • Marco Polo. La via della seta di Marco Tabilio (Becco Giallo): un fumetto o graphic novel, decidete voi. La storia del primo viaggiatore di cui si ha notizia raccontata attraverso i disegni, quel mercante di Venezia che ha vissuto per vent’anni nel Catai, l’odierna Cina, alla corte di Kublai Khan. La frustrazione e la meraviglia di Marco Polo per il passato glorioso e il presente deludente sbucano dalla pagina con potenza. Da leggere insieme alle Città invisibili di Italo Calvino.
  • Etica dell’acquario di Ilaria Gaspari (Voland): un noir coinvolgente in una Pisa autunnale e uggiosa. La morte di Virginia scatena ricordi sepolti, costringe il ritorno in città di coloro che l’avevano frequentata durante il periodo universitario alla Normale. Qualcuno non ha mai reciso i rapporti, come Gaia, che si ritrova al centro della bufera. La chiave di lettura è nello stagno dello collegio, abitato da famelici pesci, un microcosmo di rassegnazione e respingimento.
  • Isola grande isola piccola di Francesca Marciano (Bompiani): l’amore declinato in tante sfumature, da quello fraterno al filiale, ma sopratutto storie di donne che reclamano concretezza attraverso i cambiamenti, lingua o nuovi approdi. In ciascun racconto c’è un’isola reale o figurata, una soglia da varcare per scrollarsi di dosso il torpore e prendere atto della propria vulnerabilità.
  • A pesca nelle pozze più profonde di Paolo Cognetti (Minimum fax): si medita sull’arte del racconto, come recita il sottotitolo. Cognetti prende in esame alcune storie brevi dei suoi autori preferiti − Anderson, Carver, Cheever, D’Ambrosio, Dubus, Fitzgerald, Hawthorne, Hemingway, Melville, Munro, O’ Connor, Orne, Paley, Poe, Salinger e Wallace − cercando di illustrare i segreti, le architetture delle loro narrazioni.  È un bel viaggio letterario, simbolico e pieno di possibilità. Inutile dire che Cognetti è uno scrittore che mi appassiona sempre.
  • L’arte di collezionare mosche di Fredrik Sjöberg (Iperborea): è una combinazione magica di autobiografia, letteratura, divagazioni scientifiche e tratta di… serafidi. Il titolo è chiaro e potrebbe impressionare. Se non mi fossi imbattuta in più di qualche opinione entusiasta, non l’avrei considerato. Invece sorpresa, sorpresissima. Una lettura spassosa, inoltre. Sjöberg è un entomologo, colleziona mosche: attraverso il microscopico cerca di meravigliarsi di una realtà stinta.
  • Il meraviglioso mondo di Octavio di Miguel Bonnefoy (66thand2nd): letto a luglio e consigliato sempre. Ho ben poco da dire, è il libro che più mi è piaciuto. Cifra stilistica raffinata, storia da “le mille e una notte” nonostante non abbia alcun legame con l’Oriente. A San Paolo del Limone si consuma la vicenda di Octavio e del Venezuela tra corruzione e sentimenti nostalgici di un passato difficile da recuperare. Alla fine, è possibile una redazione. Per iniziare il 2016, questo è il libro che vi consiglio più di ogni altro.

 

I miei libri preferiti 2015 - interno storie1

Da questa rigida selezione ho escluso alcuni titoli a me cari, che meritano una menzione speciale: Hannah Coulter di Wendell Berry (Edizioni Lindau) perché è il primo Berry non si scorda mai;  Bambini nel tempo di Ricardo Menéndez Salmón (Marcos y Marcos) perché il dramma immenso, la perdita di un figlio, è narrato con delicatezza, ricomponendo i sentimenti più dolorosi di un padre; Il taccuino di Simone Weil di Guia Risari (RueBallu) perché graficamente bellissimo e interessante per come la figura di Simone emerge; Atlante delle isole remote di Judith Schalansky (Bompiani) perché adoro le isole, anche quelle agli antipodi della Terra.

 

I vostri libri preferiti del 2015 quali sono stati? Attendo curiosa di conoscerli.