Ha piovuto finalmente, dopo ben tre mesi di siccità se escludiamo la sporadica nevicata invernale. Aprile è un mese che ti costringe a uscire con l’ombrello. E quest’anno non ho storto il naso nemmeno una volta neanche durante il ponte, tra festività e vacanze calcolate, più lungo della storia: il prossimo sarà tra cent’anni, come i passaggi delle comete.
Ordine nel mondo, ma subito si piomba nel disordine.
Michele Zanlari lascia la gestione del cinema Edison di Parma, che frequento con assiduità soprattutto per la qualità della programmazione. Perché ne scrivo? È frustante quanto deludente capire come certi meccanismi prevalgono sulle buone azioni culturali. Rimarremo poveri e ce ne lamenteremo sempre.
I libri
Dorset, 1811. Inizia qui, tra le pagine di Annalisa Strada, la storia di Mary Anning, tra le scogliere inglesi e una passione scoppiata per caso, i fossili. Fin da piccola accompagna il padre nella ricerca dei reperti per tirare su con le finanze familiari. La storia biologica ed evolutiva terreste era agli albori e tanta la fame di testimonianze concrete. Mary, da autodidatta, porterà alla luce importanti scoperte, su tutte l’ittiosauro. E sarà lei la prima paleontologa, La cacciatrice di fossili, nonostante il mondo scientifico tarderà a riconoscerle merito e ruolo, ma la caparbietà risuona ancora oggi.
La collana Donne nella scienza è la mia preferita di Editoriale Scienza.
Una storia di montagna, ma non solo, quella di Raffaella Romagnolo per Pelledoca che racconta di Amedeo, in Respira con me, costretto a misurarsi con le relazioni familiari e scolastiche. Una volta salito in cima deve superare gli ostacoli fisici e accidentali, attraversare i sentieri dei ricordi, ridurre distanze. Ci sono prove da superare: la vertigine del vuoto, della perdita e dell’assenza. «[…] è più facile attraversarla, la paura, tenendosi per mano.»
Ancora una storia di montagna.
Fin dalle prime pagine ho avuto in mente Il deserto dei tartari di Dino Buzzati, un riferimento che non mi ha abbondonata. Parlo Ultima neve di Arno Camenisch. Paul e Georg gestiscono uno skilift in uno sperduto paesino dei Grigioni e attendono speranzosi una nevicata abbondante per avviare la stagione invernale. Il tempo ha una sua funzione principe, tra un presente immobile e un passato vitale, una significativa riflessione sulla montagna e il suo corredo di storie e cambiamenti sociali e ambientali.
È una piacevole sorpresa Arno Camenisch, come tutti i titoli che ho letto finora di Keller.
Perché ho atteso tanto a leggere Il grande mare dei sargassi?, mi sono chiesta non appena ho superato l’incipit. Ho trovato una scrittura ancor più limpida di Jean Rhys e la seduzione di una Giamaica carica di colori saturi e profumi, il razzismo, la follia, i riti ancestrali le ombre e le voci che sonnecchiano dietro le porte. E proprio il gioco di voci a conferire tensione, sospetto. Da protagonista Antoinette si riduce a una figura labile come in Jane Eyre, romanzo da cui trae ispirazione.
Per Guadalupe Nettel ho un debole. Dopo aver amato Bestiario sentimentale non poteva sfuggirmi l’ultima pubblicazione della Nuova Frontiera, Petali. Anche in questo caso si tratta di racconti, i primi due non hanno suscitato entusiasmo, ma da Bonsai in poi è stata una corsa senza ostacoli. Oltre il molo è il mio preferito (forse più avanti lo riprenderò). I punti di forza? Un Io che narra, quindi è facile empatizzare, e la connessione apparentemente lontana con la Natura, in tutte le sue molteplici forme. Quasi una metafora.
La cacciatrice di fossili. Mary Anning si racconta di Annalisa Strada e Daniela Tieni, Editoriale Scienza, 2019, dagli 11 anni
Respira con me di Raffaella Romagnolo, Pelledoca, 2019, dai 10 anni
Ultima neve di Arno Camenisch, Keller, 2019
Il grande mare dei sargassi di Jean Rhys, Adelphi, 2013
Petali e altri racconti scomodi di Guadalupe Nettel, La Nuova Frontiera, 2019
La curiosità
Con il Salone del libro di Torino è alle porte, direttore e addetti ai lavori hanno creato le loro playlist su Spotify
Il film
Lo spietato di Renato De Maria (2019)
La canzone
Malamore di Riccardo Sinigallia (2019)