Qualche giorno fa ho riletto i vecchi articoli che aprono ai tanti gennai precedenti, pieni di “leggerò” e giù di lì una bella lista. Promettevo a me stessa illusioni, giuravo di recuperare titoli che non ero riuscita durante i tanti 365 giorni trascorsi. E allo scadere del 31 dicembre, mi rendevo conto che non portavo a termine gli obiettivi (se la lettura potrà mai esserlo), mi comportavo da marinaio. Ecco perché non credo ai buoni propositi letterari: io ne sono la prova.
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Posso riassumere aprile in un’unica parola: libri. Ne ho letti molti, alcuni sono finiti qui, altri qui. Per questioni personali, o meglio di salute, ho dedicato buona parte del tempo alla lettura. Mi sono capitate tra le mani ottimi titoli, qualcosa mi ha delusa, ma nulla di strano. Dunque, mi è valso il recupero di un’autrice dimenticata del primo Novecento, una candidata allo Strega di cui non parlerò, un viaggio a Skiathos, un graphic novel doloroso, un catalogo poetico. In questi giorni sto terminando, poi, Tra un atto e l’altro di Virginia Woolf.