È una delle ultime sere di giugno, scrivo, per concluderlo, sul balcone. Osservo il cielo, dopo le piogge dei giorni scorsi: è di nuvole blu polvere come pennellate e un orizzonte violetto e corallo. Qualche rondone volteggia nell’aria.
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Ho percepito maggio, nelle rare parentesi di sole e primavera, quando ho sentito il profumo del rincospermo, o più conosciuto come finto gelsomino. Perché il profumo arriva di accorgersi della fioritura, dei giardini traboccanti di bianco. E io che ho problemi di vista, mi accorgo che per fortuna ho un buon olfatto.
Aprile mi è sfuggito dalle mani, non so nemmeno come sia già il 30. Penso e ripenso a come sia possibile che essere arrivata alla fine del mese senza accorgermene. Ho fatto tante cose, sono uscita, ho visitato luoghi, mi sembra di aver vissuto diversamente: forse per questo non mi capacito che domani sia maggio.