Ho percepito maggio, nelle rare parentesi di sole e primavera, quando ho sentito il profumo del rincospermo, o più conosciuto come finto gelsomino. Perché il profumo arriva di accorgersi della fioritura, dei giardini traboccanti di bianco. E io che ho problemi di vista, mi accorgo che per fortuna ho un buon olfatto.
A tal proposito sono stata dall’oculista per i soliti controlli biennali e dopo un decennio ho deciso di cambiare montatura (utilizzo gli oggetti fino a non poterne più). Nei prossimi giorni si prospetta l’elettrizzante scelta. Senza sondare significati metaforici, cambio e nulla più.
I libri
Nelle Favole del comunismo di Anita Likmeta (Marsilio), all’inizio c’è sempre qualcuno circondato dai buoni auspici, segue rettamente i principi del Partito, poi improvvisamente o perché la vita prende una strana piega o perché le ombre del sospetto si allungano, il destino gli volta le spalle e pure la Sigurimi. Sono favole affollate dei pericolosi demoni occidentali, nemmeno a dirlo.
È Ari, una bambina, a snocciolare una dietro l’altra, come una lezione impartita e, che come quelle di Esopo e Fedro fanno un fine moralizzante, seppur con scopi differenti.
La sua voce racconta dalla prefettura di Durrës, con una limpidezza tale da decifrare tutto quel che accade. Attraverso la propria storia personale si affaccia prepotentemente la Storia dell’Albania, il Paese delle Aquile, il più felice dei paesi, che suscita l’invia altrui persino dell’Unione Sovietica, e con più di 750 mila bunker, «monumenti alla paura eretti dal dittatore Enver Hoxha: la sua e quella che di tutti gli albanesi provavano nei suoi confronti».
Anita Likmeta tiene il tono per tutto il libro, mi ha spiazzata sul finale, un doveroso cambiamento adeguandosi a un altro tempo, chiedendomi se abbia chiuso un cerchio o sia rimasto sospeso, per l’incredulità di una nuova vita che inevitabilmente è legata al passato.
Ho letto per caso Le guerre preziose di Perrine Tripier (trad. di Alberto Bracci Testasecca, Edizioni e/o), attratta da un titolo così contrastante, si muove da una presunta crudeltà a una scintilla da custodire.
Isadora è un’anziana che da una casa di riposo rievoca i suoi ricordi che stanno tutt’intorno alla Casa. Il suo legame viscerale che risulta incomprensibile e patetico agli occhi dei suoi familiari. Attraverso l’andamento stagionale riporta a galla tutto quel che è capitato dentro e fuori quelle mura. È un gioco di memoria senza tempo, di sensazioni mai sopite. La Casa è al centro di una famiglia che si sfoltisce anno dopo anno, quelle stanze riverberano di suoni, sogni, liti, acquarelli, corse, profumi boschivi, ritrovi, intrusioni. Ma è anche una storia di sottrazioni per non disperdere tutto questo.
Questo libro non ha una trama netta, è piuttosto flebile, ci inoltra in una scrittura elegante, barocca di immagini e termini. E mi ha sorpresa perché Perrine Tripier ha ventiquattro anni e si muove sulla pagina con esperienza.
I libri di cui vi ho parlato sono due esordi.
Le curiosità
Ascoltare il disco più raro al mondo
Ecologica
Per stare in tema con l’apertura dell’articolo, parlerò ancora di occhiali inutilizzati, che cambiamo perché vecchi, se ci annoia il colore. Esistono diverse associazioni che li recuperano in buone condizioni per donarli a chi non può permetterseli. È un bel gesto che fa bene al pianeta e all’umanità.
Il film
La folle vita di Ann Sirot e Raphaël Balboni (2020)