Dopo le cose di estate, autunno e inverno, chiudo questa piccola e breve rubrica con la stagione dei fiori, della natura rigogliosa, dell’aria tiepida e delle grandi promesse. E in qualche modo della libertà prima di essere sopraffatti dal caldo opprimente dell’estate.
Sì, la primavera è un bel periodo.
Un rito: non ho pensato ad alcun rituale, perché già la primavera si trascina tutta la simbologia della rinascita e delle possibilità, soprattutto in occasione dell’equinozio. L’invito è cercare di voltare pagina, acciuffare le cose semplici e rifiorire. Assoporare queste giornate lunghe e luminose per me è già un grande regalo.
Un quadro: La Primavera di Galileo Chini
Galileo Chini, per le sculture di Ivan Mestrovic ospite della Biennale di Venezia del 1914, dipinge un ciclo di tele, La Primavera. In un solo mese, l’artista si ispira all’Oriente (in seguito a un soggiorno a Bangkok) e a Klimt, risultando un significativo esempio di Liberty italiano.
Un libro: Il cottage degli uccelli di Eva Meijer (Nottempo)
Sì, non ho dimenticato il canto degli uccelli che risuona nei cieli, sempre nell’attesa che arrivino le rondini.
Le protagoniste sono Len Howard, da autodidatta e tardivi riconoscimenti scientifici, e le cinciallegre. È una figura in carne e ossa, che a quarant’anni molla la musica per dedicarsi ad altri suoni, quello delle cinciallegre appunto. Immaginatela, nella campagna inglese, nel Sussex precisamente, nel suo cottage.
Un film: Little sister di Hirokazu Kore-eda (2015)
Fino a poco tempo fa era in streaming su Raiplay, magari sarà di nuovo disponibile a breve.
Durante un evento tragico, tre sorelle conoscono la loro sorella minore, nata da una relazione del padre con un’altra donna. Decidono su due piedi di accoglierla nella loro casa a Kamakura. Le atmosfere sono decisamente giapponesi, non mancano la delicatezza e l’intimità dei rapporti, come l’impareggiabile fioritura dei ciliegi. È un film ciclico, perfetto per salutare questa rubrica.
Grazie per aver letto tutte e quattro le stagioni