«Non è una giornata bellissima? Amo l’autunno. L’adoro. Sono felice di vivere in un mondo in cui esiste ottobre».
Soffia un vento frizzante, sullo sfondo si intravedono la scogliera e l’oceano, tutto sembra un sogno, anche la gioia di Anne.
Nuvole e non per la pioggia (magari!), ma di cose storte che sono accadute che difficilmente mi abbondoneranno, vista la mia mancanza di fortuna. Ho sempre salutato settembre con grandi aspettative – e non l’ho mai considerato il nuovo Capodanno –, fiduciosa e invece sono anni di batoste, moltiplicate. Quindi, stavo meglio quando stavo peggio.
Non voglio parlare dell’estate che finisce, pur avendone ancora per 20 giorni buoni, né del caldo torrido e di tutte le lamentele che ne seguono. Ho solo in mente il verde dei prati primaverili, le persone che ho incontrato, i tetti antichi e inediti per me, gli attimi di lontananza fisica e mentale che mi hanno regalato il viaggio di questo mese. La sorpresa ha governato questi giorni: per aver visitato il nuovo che si manifesta sotto tanti aspetti e soprattutto come l’idea di partenza sia stata completamente ribaltata. Ho camminato, disegnato sul mio taccuino – pratica che ho ripreso da un po’ –, osservato, ascoltato.